Secondo quanto riferito dalla Caritas, anche a causa della pandemia da Coronavirus è aumentato il numero di nuovi poveri in Italia rispetto all’anno precedente.
Gli italiani poveri sono sempre di più, anche per colpa del Coronavirus. È quanto emerge dal rapporto 2020 sulla povertà e l’esclusione sociale pubblicato dall’associazione diocesana Caritas. Tra maggio e settembre 2020, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, l’incidenza dei ‘nuovi poveri’ è passata dal 31% al 45% a causa soprattutto della pandemia. Le persone che per la prima volta hanno sperimentato condizioni di disagio e deprivazione econonica sarebbero oggi quasi una persona su due.
In Italia aumentano i nuovi poveri: lo comunica la Caritas
Nei mesi più difficili dell’emergenza Coronavirus in Italia, ovvero tra aprile e giugno 2020, sono aumentate le famiglie assistite dalla Caritas. In particolare, sono stati oltre 2mila i piccoli commercianti e i lavoratori autonomi che hanno richiesto aiuto durante la fase più dura dell’emergenza.
Stando a quanto riportano i consulenti del lavoro, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno gli autonomi che hanno perso il proprio lavoro sarebbero 219mila, una perdita percentuale del 4,1%. Tuttavia, ad accentuare le diseguaglianze non sarebbe stato solo l’intervento del Covid.
Si tratterebbe di una parabola solo accentuata dall’emergenza sanitaria mondiale, ma già presente in precedenza. Si legge nel rapporto: “La pandemia da Covid-19 si è innestata su una situazione sociale caratterizzata da forti disuguaglainze, più ampie di quelle esistenti al moemnto della crisi del 2008-2009, e il pericolo che sembra profilarsi oggi è proprio quello di una nuova e ancor più grave divaricazione della forbice“.
Chi sono i ‘nuovi poveri’ in Italia
Stando a quanto emerge dal rapporto della Caritas, nei prossimi mesi la crisi causata dal Covid-19 andrà a coinvolgere in modo particolare le categorie già maggiormente in difficoltà: in particolare si fa riferimento ai giovani sotto ai 34 anni, alle donne, agli stranieri, ai cittadini del Centro e del Sud Italia, ai lavoratori precari, a chi è a tempo determinato o part-time e le persone che hanno un minor livello di istruzione.